mercoledì 12 ottobre 2022


E alla fine ti sei spenta anche tu...





Per tanti sarà difficile capire perché le morti di persone celebri ma lontane da noi ci colpiscano nel profondo. Troveranno ridicolo il funerale trasmesso in mondovisione della Regina Elisabetta II, o sdolcinato il gran numero di post sui social per la scomparsa di Piero Angela o Maradona. Ieri sera ci ha colti con sorpresa la morte di Angela Lansbury e molti hanno scritto un pensiero, soprattutto ricordandola nel ruolo di Jessica Fletcher.

 

E allora uno si ferma a riflettere sul come il decesso di persone famose, ma che con noi non hanno nulla a che fare, possano toccarci così nel profondo. Sono entrati nei nostri cuori al tal punto di divenire una costante, un simbolo rassicurante, figure che credevamo eterne da quanto abituati alla loro presenza, la cui morte ci addolora. Quindi come hanno fatto questi uomini e queste donne a diventare così speciali per noi? Queste persone hanno saputo scoprire qual era il loro talento e applicarlo al massimo fino a diventare un modello da imitare.

 

La dedizione al lavoro di Elisabetta II, l'amore per la conoscenza di Piero Angela, l'emozioni che era capace di trasmettere Angela Lansbury nei panni de "La signora in giallo" così come Maggie Smith (che è ancora viva, ringraziando il Cielo) nel ruolo di Lady Violet o della professoressa Mc Granitt, sono doti che raggiungono una tale eccellenza da diventarne l'espressione massima.

 

Potremmo pensare che personaggi di spessore tale da diventare degli idoli da imitare siano in via d'estinzione, soprattutto di sesso femminile, tuttavia la determinazione di Bebe Vio, le capacità imprenditoriali di Beyoncé, la straordinaria carriera di Samantha Cristoforetti sono già esempio per tante bambine. E sono proprio in tempi come questi, dove le donne devono ancora manifestare per i loro diritti, che ne sentiamo il bisogno.

 

E quindi, cara Angela, tu che dicevi sempre che saresti morta con una mano sul copione data la passione che infondevi nel tuo lavoro, nella tua arte, e invece sei morta serenamente nel sonno, riposa tranquilla. Lasci in questo mondo un'impronta profonda che verrà seguita da altri. I tuoi risultati ispireranno tanti di noi, soprattutto perché raggiunti in età matura. Ci spronerai a non arrenderci mai e ad essere costanti e disciplinati nelle nostre vocazioni. O per lo meno, lo farai per me, che da bambina sognavo di essere come la tua Jessica Fletcher. E perciò grazie. Grazie di avermi regalato un progetto, un'aspirazione da realizzare.

 

La luce di Hollywood si è spenta su di te ma si è già accesa nel firmamento dell'eternità.

 

venerdì 9 aprile 2021

Faccio coming out

 



Tenetevi pure Car... Cat... Caz... (come cazz si chiama) Can Yaman! Belloccio sì, ma ora pare soffra di colpo della strega perciò mi dà l'idea sia uno bello ma che non balla. Uno un po' delicatino... tutto fumo (e difatti è turco) e poca sostanza quando c'è da far fatica dove serve. Un po' come quelli che in palestra ti fanno vedere che tirano su 200 kg e poi quando c'è da portare le casse dell'acqua in casa sbuffano come locomotive dell'800.
Tenetevi pure Alberto Angela. Colto certo, affascinante senz'altro, ottimo da ascoltare quando ti senti in colpa per aver passato il week end a vedere le repliche del Castello delle Cerimonie e ti dici che è il caso di alzare i contenuti altrimenti ti ritrovi l'encefalogramma di Pillon. Ma così affettato nel parlare! Così impostato!
No, io desidero una cena elettrizzante, piena di brio, gossip e ciance.
Datemi Antonio Caprarica e lo seguirò in capo al mondo.
Il mio sogno di "cena col vip" è lui. Perfetto. Elegante. Composto. E quando attacca a parlare della Royal family non ce n'è per nessuno! No, perché lui non ti snocciola l'albero genealogico a memoria o non ti dice solamente quali sono gli stati membri del Commonwealth. Noooo, lui sa tutti i retroscena, tutti i pettegolezzi, tutte le voci di palazzo. Lui sa cosa ha pensato la Regina in quell'istante preciso e perché ha deciso di comportarsi in tal modo. Lui conosce il pensiero di tutti i sudditi, dal londinese al papuano. E te lo racconta talmente bene che non puoi non correre a indossare un fascinator e aggiungere il latte nel tè.
E quando avremmo finito di spettegolare su Kate e Meghan, gli chiederei di raccontarmi il vero sogno, la vera favola: la serata all'ambasciata italiana a Mosca in cui conobbe sua moglie Iolanta, una pianista.
E se dopo il ristorante, decidessimo di sederci in un pub per continuare a fare il tagli e cuci sui reali inglesi e incontrassimo Alessandro Barbero che chiede di unirsi a noi... ahhh... ecco il vero sogno proibito... la vera cosa a tre... il triangolo supremo del divertimento.
Caprarica, Barbera e... io che ascolto gli aneddoti più curiosi sulla vita di Elisabetta II mentre bevo sherry. La serata del secolo!!!


giovedì 29 ottobre 2020

Covid19

 




Ho interrato i bulbi
Tulipani, giacinti, amarilli, narcisi
Tutti in fila sottoterra.
Col capino rivolto verso l'alto
Coperti da uno strato freddo e umido,
Li ho messi a dormire.
Passerà l'inverno solitario e silenzioso
E a primavera usciranno
Splendidi e colorati.
Anche loro, come noi,
Si ritroveranno tutti insieme
A meravigliarsi di come siano
Diversi rispetto a ottobre,
A raccontarsi le storie
Che hanno imparato in questi mesi,
A scoprirsi ancora, un'altra volta,
Incredibilmente,
Vivi.

domenica 30 agosto 2020

Making of "Assassinio sul Busento"



                      

La Calabria è sempre stata meta di turisti che cercavano il mare cristallino delle coste o le piste da sci della Sila, io invece ci sono venuta per trovare un tesoro. Vabbé, io ci sono venuta per trovare delle informazioni, fare delle ricerche, vedere e respirare le atmosfere dove si ambienterà il mio prossimo romanzo ma se nel frattempo scopro il più grande tesoro mai ritrovato dell'umanità non è che mi fa schifo.

La leggenda narra che dopo il sacco di Roma avvenuto nel 410 d. C. Alarico, re dei Visigoti, decise di scendere verso la Calabria per allestire una flotta navale e continuare i saccheggi nelle province africane che costituivano il granaio dell'Impero d'Occidente. Il progetto fallì, forse a causa di una tempesta che distrusse le imbarcazioni, e Alarico decise di puntare verso nord così si trovò a passare dalle parti di Cosenza, dove fu colto da delle febbri (forse causate dalla malaria) e infine morì quindi venne sepolto. Col tesoro. Con TUTTO il tesoro. 25 tonnellate d'oro, 150 d'argento e... l'Arca dell'Alleanza!

Studiando la storia dei questo tesoro credo che gli ideatori di "Indiana Jones e l'ultima crociata" si siano ispirati tantissimo alla leggenda. Ci sono i templari che pare abbiano scoperto il tesoro e lo stiano proteggendo. Ci sono i nazisti che lo hanno cercato in varie spedizioni. Ci sono delle grotte (l'entrata della tomba) che si trovano alla confluenza di due fiumi. Ci sono i tentativi di depistaggio lasciati nelle opere degli storici dell'epoca.
Ma ora vi racconto tutto.



Eravamo rimasti a Alarico che aveva tirato le cuoia a causa della malaria. Il suo seguito si pose il problema di dove seppellirlo e soprattutto dove poter nascondere tutto il suo corredo funebre, che ricordiamo doveva essere degno di un re. E non un re qualsiasi, ma il re condottiero che era riuscito nell'epica impresa di prendere e saccheggiare Roma. Quindi ci dovevano essere, oltre al suo cavallo, e al normale set di armi, abiti, gioielli (che già di per sé sono una fortuna), anche i suoi trofei più grandi, che nel suo caso erano anche i trofei che Roma aveva preso ai vinti, durante la sua espansione. Il tesoro dei tesori. La madre di tutti i tesori. 
Fatto non secondario, la tomba non doveva essere profanata. 
Si pensò quindi di deviare il fiume, scavare nella roccia del letto, seppellire re, cavallo e tesoro e uccidere tutti coloro che avevano partecipato al lavoro di tumulazione. Semplice, veloce e pulito.
Talmente pulito che ancora oggi non lo abbiamo trovato.

Olimpiodoro di Tebe narra nelle sue cronache, che tra i vari doni di nozze di Galla Placidia da parte del suo sposo Ataulfo (nominato successore di Alarico nel 411 d.C.) ci fossero i tesori presi a Roma. Ma vi pare che se fosse stato in possesso dei tesori trafugati  a sua volta dal generale romano Tito nel 70 d. C. dal tempio di Salomone, non li avrebbe regalati a Galla Placidia, fervente cristiana e pedina strategica per l'unione tra popoli barbarici e romani? Non le avrebbe donato l'Arca dell'Alleanza? 
E quindi se non gliel'ha regalata, dove l'ha messa? 
Io immagino che non gliel'abbia regalata perché non ce l'aveva, l'Arca, il caro Ataulfo. E non ce l'aveva perché era stata sepolta con Alarico. Quindi quello di cui parla Olimpiodoro è solo una parte del tesoro frutto del sacco di Roma. 



E la parte dei templari?
Alcuni antichi documenti riportano la notizia che gli Eremitani di Sant’ Agostino, insediati nell' abbazia della Matina di San Marco Argentano nella valle del Crati, e capeggiati dall'abate Ursus (poi confluiti ad Orval e fondatori dell’Ordine di Sion) avevano «trovato qualcosa di interessante che riguardava la “X Legio Fretensis” e il Tempio di Salomone».
D'altra parte, il “Beauceant”, il famoso gonfalone dei Templari, foneticamente è “Bosènt”, Busento.
Inoltre, Benedetto XVI ha accolto per primo in Vaticano (davanti a prelati o capi di Stato) dopo l’elezione al soglio di Pietro,  il Gran Maestro dell’Ordine degli Ospitalieri di Malta, ossia il capo di chi ha ereditato i resti, da 7 secoli a questa parte, del defunto Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, cioè... i templari!

Ho parlato dei nazisti... Diamine, ci sono anche loro!
Nel 1937 Heinrich Himmler, gerarca nazista, comandante della polizia e delle forze di sicurezza del Terzo Reich, inizia la sua caccia al tesoro nell'operazione Alarico, con gli uomini della Ahnenerbe, cacciatori nazisti delle radici ariane. Utilizzare Alarico e il suo tesoro come simbolo di propaganda per il rinato impero tedesco era l'intento di Hitler.
Il mito di Alarico nell’ideologia nazista era di grande rilievo, infatti Goebbels elencava il tesoro del re come simbolo irrinunciabile del Reich.
Himmler arrivò in Calabria con un’archeologa francese, Amélie Crevolin, provarono a dragare il fiume fino a otto metri di profondità ma non trovarono nulla.

Proseguendo con le mie indagini ho trovato la storia dei fratelli Francesco e Natale Bosco, appassionati di archeologia, che nelle loro ricerche sono arrivati alla scoperta di una croce lapidea delle misure di 20 metri per 12, recante l'iscrizione "rigardi" (che significa "guardare verso un luogo con devozione e rispetto"). I fratelli Bosco hanno scoperto che non è la confluenza tra il fiume Caronte e Crati il posto da cercare, ma la confluenza tra Caronte e Canalicchio (andando verso Merenzata). In quella zona si trova un antico viadotto romano (guarda caso!) che collegava Cosenza con Amantea. Occorre risalire il fiume per un chilometro e mezzo a partire dal ponte di Carolei per trovare le due grotte poste di fronte alla croce lapidea. Queste due grotte presentano un altare rupestre  in una, mentre nell'altra c'è ancora la sabbia scavata dal letto del fiume.
Ora voi direte, ma perché non hanno iniziato gli scavi se hanno trovato la X dove cercare il tesoro?
Perché la burocrazia li ha rallentati, perché lo Stato non li finanzia dato che ha stabilito che non ci sono prove sufficienti che indicano l'esistenza della tomba, perché non trovano uno sponsor privato che paghi.


In questi giorni dovrò incontrarmi con un archeologo del posto che mi parlerà della leggenda, ma io spero di poter andare sul luogo e visitare personalmente l'area.
Cercherò anche di contattare uno dei due fratelli Bosco e farmi raccontare la loro storia.

giovedì 5 marzo 2020

La quarantena ai tempi del Coronavirus





Donne! Uomini! Gente che è stata costretta dalla chiusura delle scuole a restare a casa per occuparsi della prole!
Teniamo duro!
Oltre a scrivere, io lavoro come decoratrice presso una cereria (dipingo i ceri pasquali), forse non ve l'avevo mai detto.

Con la chiusura della scuole, ieri sono stata costretta a organizzarmi per lavorare da casa e quindi domani andrò a procurarmi il materiale e tutto l'occorrente per poter dipingere nella mia cucina durante la prossima settimana.

Quindi tra un letto rifatto e una pentola con la pasta che bolle, tra un "Mamma, ho sete!" e un "Ora tocca a me stare alla play!", sarò circondata da acrilici e diluenti. I Cristo Risorto e gli Agnello su fondo oro probabilmente verranno anche invocati malamente durante la decorazione.

Quando arriva però, la congiunzione astrale per cui il figlio maggiore ha un libro in mano (evento che si manifesta ogni 75 anni, come il passaggio della cometa di Halley), il medio è in giardino a giocare con un amico (durata di appunto dieci minuti, prima che l'idillio s'interrompa e ognuno torni a casa sua) e il minore dorme ("Giordy, la vuoi un'altra tazza di camomilla e valeriana?"), a quel punto posso rilassarmi e prendere un libro in mano.

In questo periodo sto leggendo un manuale su come sopravvivere... all'adolescenza. Allegria.

Voi però avete un'altra opzione: potete scegliere "Delitto alla sagra del cimballo" o "Una faccenda che non quadra" e farvi due risate.
Sì, perché i miei due romanzi fanno anche ridere, perciò niente di meglio per evitare che la depressione e l'isteria vi/ ci spingano a compiere gesti inconsulti verso noi stessi o i cari bambini.

Una risata ci salverà tutti!


giovedì 9 gennaio 2020

Se avessi un euro per tutte le volte che mi sono persa...

"Mi sono sottoposta alla gastroscopia il 20 novembre... dopotutto è trascorso un mese e mezzo... questa volta ce la posso fare!" Scendo dalla mia macchina, attraverso il parcheggio e mi ritrovo all'entrata dell'ospedale. Mi fermo ancora all'esterno. Fisso la facciata. Eppure quei corridoi sono tutti uguali. Sì, lo so che ci hanno messo quelle strisce colorate a seconda del reparto che cerchi, fa molto Mago di Oz: invece che "Segui la strada dorata", il quadro all'ingresso ti suggerisce: per ginecologia segui il nastro rosso, pediatria giallo, ortopedia blu, ambulatori vari verde, oculista verde chiaro (che già se hai bisogno dell'oculista forse ti è difficile distinguere il verde dal verde chiaro, ma vabbè).

Ripensandoci, dato che è mezzogiorno, potrei fare uno spuntino prima del colloquio con lo specialista. Mi hanno detto a mezzo giorno e mezzo ma si sa come va in questi posti: si sa quando si entra ma non si sa quando si esce. Faccio dietro front e mi dirigo nel panificio sulla strada.

Ok. Sono passati dieci minuti. Fisso nuovamente la facciata dell'ospedale. Stacco un morso senza dignità alla schiacciata appena comprata. E lo so che dovrei essere a dieta, ma è una situazione d'emergenza!
Ok, sono pronta. Varco la porta scorrevole con passo deciso. Subito vedo un gruppetto di anziani che fissa il cartellone con i colori dei reparti. "Eh eh, principianti! Si vede subito che voi brancolate nel buio. Mica come me che mi ricordo benissimo la strada!" No, no, io non ne ho bisogno. Io SO dove devo andare.

Dunque sicuramente è al piano terra perché mi ricordo che ero digiuna, avevo fame e passando davanti al bar ho sospirato rumorosamente (tanto che un signore con la bombola d'ossigeno che mi passava accanto mi ha guardata con malevolenza. Invidioso!). Sorpasso il bar e proseguo sulla destra... corridoi. Corridoi a non finire. Uhm... forse era a sinistra.
Torno indietro e prendo l'altra "strada". Due infermiere mi osservano incuriosite. Potrei chiedere... No! Lo so che mi guarderebbero con aria stufata e mi darebbero indicazioni sbagliate apposta!

Arrivo al reparto "donatori sangue". No. Non è qui. Intanto ho finito la schiacciata, butto la cartaccia in un cestino e entro in un bagno con taaanta non chalance.
Tiro fuori la risposta della gastroscopia e controllo. Gastroenterologia. Ma infatti! Mi pareva! Il reparto è quello giusto. E' la strada che non si trova.
Ma aspetta... forse era al secondo piano! Ma ceeerto!!! Strizzo l'occhio allo specchio. Oddio! Che fine ha fatto il rossetto? Sembro Joker! Meno male che ne ho un alto dietro così mi ritocco subito. Come mi sento famme fatale! Esco con sicumera dal bagno e torno nell'atrio.

Davanti al cartellone, i vecchietti di prima non ci sono più. O si sono persi anche loro o magari hanno già fatto e sono già a pranzo. "Ma io non ho bisogno del cartellone! Io la SO la strada! L'ho fatta nemmeno due mesi fa!"
E salgo al secondo piano. Prima rifinisco in chirurgia d'urgenza e voglio sottolineare come il Lotti di Pontedera sia diversissimo dal Seattle Grace Hospital: nessun chirurgo con la mascella squadrata e la chioma fluente. E poi... vabbè, ve lo dico... sono finita nella cappella accanto alle sale operatorie. Signore, pietà! Non l'Altissimo, voi. Pietà, non indaghiamo oltre.

Sconfitta torno al pian terra, strusciando i piedi sul pavimento e a testa china vado davanti al cartellone. Alzo la testa e guardo la legenda come Maria Antonietta guardò il boia.
"Gastroenterologia. Primo piano, destra e poi sinistra. Ma io ci sono andata già!" Intestardita e convinta nel dimostrare al cartellone che io avevo già percorso i corridoi che mi indicava lui ma invano, procedo a passo di marcia tra i padiglioni. Nemmeno fossi il primario.

Oh, non ci crederete. Aveva ragione il cartellone. Maledetto. Gastroenterologia. Eccola lì.

Ma ora ho capito! Non c'è altra spiegazione: ai corridoi del Lotti, come alle scale di Hogwarts, piace cambiare!

domenica 22 dicembre 2019

Buon Natale!


Tanti auguri di un sereno Natale e un 2020 fichissimo.
Possano avverarsi tutti i vostri desideri!

Il mio (uno dei tanti) è continuare a scrivere per avere l'onore di divertirvi.