giovedì 29 ottobre 2020

Covid19

 




Ho interrato i bulbi
Tulipani, giacinti, amarilli, narcisi
Tutti in fila sottoterra.
Col capino rivolto verso l'alto
Coperti da uno strato freddo e umido,
Li ho messi a dormire.
Passerà l'inverno solitario e silenzioso
E a primavera usciranno
Splendidi e colorati.
Anche loro, come noi,
Si ritroveranno tutti insieme
A meravigliarsi di come siano
Diversi rispetto a ottobre,
A raccontarsi le storie
Che hanno imparato in questi mesi,
A scoprirsi ancora, un'altra volta,
Incredibilmente,
Vivi.

domenica 30 agosto 2020

Making of "Assassinio sul Busento"



                      

La Calabria è sempre stata meta di turisti che cercavano il mare cristallino delle coste o le piste da sci della Sila, io invece ci sono venuta per trovare un tesoro. Vabbé, io ci sono venuta per trovare delle informazioni, fare delle ricerche, vedere e respirare le atmosfere dove si ambienterà il mio prossimo romanzo ma se nel frattempo scopro il più grande tesoro mai ritrovato dell'umanità non è che mi fa schifo.

La leggenda narra che dopo il sacco di Roma avvenuto nel 410 d. C. Alarico, re dei Visigoti, decise di scendere verso la Calabria per allestire una flotta navale e continuare i saccheggi nelle province africane che costituivano il granaio dell'Impero d'Occidente. Il progetto fallì, forse a causa di una tempesta che distrusse le imbarcazioni, e Alarico decise di puntare verso nord così si trovò a passare dalle parti di Cosenza, dove fu colto da delle febbri (forse causate dalla malaria) e infine morì quindi venne sepolto. Col tesoro. Con TUTTO il tesoro. 25 tonnellate d'oro, 150 d'argento e... l'Arca dell'Alleanza!

Studiando la storia dei questo tesoro credo che gli ideatori di "Indiana Jones e l'ultima crociata" si siano ispirati tantissimo alla leggenda. Ci sono i templari che pare abbiano scoperto il tesoro e lo stiano proteggendo. Ci sono i nazisti che lo hanno cercato in varie spedizioni. Ci sono delle grotte (l'entrata della tomba) che si trovano alla confluenza di due fiumi. Ci sono i tentativi di depistaggio lasciati nelle opere degli storici dell'epoca.
Ma ora vi racconto tutto.



Eravamo rimasti a Alarico che aveva tirato le cuoia a causa della malaria. Il suo seguito si pose il problema di dove seppellirlo e soprattutto dove poter nascondere tutto il suo corredo funebre, che ricordiamo doveva essere degno di un re. E non un re qualsiasi, ma il re condottiero che era riuscito nell'epica impresa di prendere e saccheggiare Roma. Quindi ci dovevano essere, oltre al suo cavallo, e al normale set di armi, abiti, gioielli (che già di per sé sono una fortuna), anche i suoi trofei più grandi, che nel suo caso erano anche i trofei che Roma aveva preso ai vinti, durante la sua espansione. Il tesoro dei tesori. La madre di tutti i tesori. 
Fatto non secondario, la tomba non doveva essere profanata. 
Si pensò quindi di deviare il fiume, scavare nella roccia del letto, seppellire re, cavallo e tesoro e uccidere tutti coloro che avevano partecipato al lavoro di tumulazione. Semplice, veloce e pulito.
Talmente pulito che ancora oggi non lo abbiamo trovato.

Olimpiodoro di Tebe narra nelle sue cronache, che tra i vari doni di nozze di Galla Placidia da parte del suo sposo Ataulfo (nominato successore di Alarico nel 411 d.C.) ci fossero i tesori presi a Roma. Ma vi pare che se fosse stato in possesso dei tesori trafugati  a sua volta dal generale romano Tito nel 70 d. C. dal tempio di Salomone, non li avrebbe regalati a Galla Placidia, fervente cristiana e pedina strategica per l'unione tra popoli barbarici e romani? Non le avrebbe donato l'Arca dell'Alleanza? 
E quindi se non gliel'ha regalata, dove l'ha messa? 
Io immagino che non gliel'abbia regalata perché non ce l'aveva, l'Arca, il caro Ataulfo. E non ce l'aveva perché era stata sepolta con Alarico. Quindi quello di cui parla Olimpiodoro è solo una parte del tesoro frutto del sacco di Roma. 



E la parte dei templari?
Alcuni antichi documenti riportano la notizia che gli Eremitani di Sant’ Agostino, insediati nell' abbazia della Matina di San Marco Argentano nella valle del Crati, e capeggiati dall'abate Ursus (poi confluiti ad Orval e fondatori dell’Ordine di Sion) avevano «trovato qualcosa di interessante che riguardava la “X Legio Fretensis” e il Tempio di Salomone».
D'altra parte, il “Beauceant”, il famoso gonfalone dei Templari, foneticamente è “Bosènt”, Busento.
Inoltre, Benedetto XVI ha accolto per primo in Vaticano (davanti a prelati o capi di Stato) dopo l’elezione al soglio di Pietro,  il Gran Maestro dell’Ordine degli Ospitalieri di Malta, ossia il capo di chi ha ereditato i resti, da 7 secoli a questa parte, del defunto Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, cioè... i templari!

Ho parlato dei nazisti... Diamine, ci sono anche loro!
Nel 1937 Heinrich Himmler, gerarca nazista, comandante della polizia e delle forze di sicurezza del Terzo Reich, inizia la sua caccia al tesoro nell'operazione Alarico, con gli uomini della Ahnenerbe, cacciatori nazisti delle radici ariane. Utilizzare Alarico e il suo tesoro come simbolo di propaganda per il rinato impero tedesco era l'intento di Hitler.
Il mito di Alarico nell’ideologia nazista era di grande rilievo, infatti Goebbels elencava il tesoro del re come simbolo irrinunciabile del Reich.
Himmler arrivò in Calabria con un’archeologa francese, Amélie Crevolin, provarono a dragare il fiume fino a otto metri di profondità ma non trovarono nulla.

Proseguendo con le mie indagini ho trovato la storia dei fratelli Francesco e Natale Bosco, appassionati di archeologia, che nelle loro ricerche sono arrivati alla scoperta di una croce lapidea delle misure di 20 metri per 12, recante l'iscrizione "rigardi" (che significa "guardare verso un luogo con devozione e rispetto"). I fratelli Bosco hanno scoperto che non è la confluenza tra il fiume Caronte e Crati il posto da cercare, ma la confluenza tra Caronte e Canalicchio (andando verso Merenzata). In quella zona si trova un antico viadotto romano (guarda caso!) che collegava Cosenza con Amantea. Occorre risalire il fiume per un chilometro e mezzo a partire dal ponte di Carolei per trovare le due grotte poste di fronte alla croce lapidea. Queste due grotte presentano un altare rupestre  in una, mentre nell'altra c'è ancora la sabbia scavata dal letto del fiume.
Ora voi direte, ma perché non hanno iniziato gli scavi se hanno trovato la X dove cercare il tesoro?
Perché la burocrazia li ha rallentati, perché lo Stato non li finanzia dato che ha stabilito che non ci sono prove sufficienti che indicano l'esistenza della tomba, perché non trovano uno sponsor privato che paghi.


In questi giorni dovrò incontrarmi con un archeologo del posto che mi parlerà della leggenda, ma io spero di poter andare sul luogo e visitare personalmente l'area.
Cercherò anche di contattare uno dei due fratelli Bosco e farmi raccontare la loro storia.

giovedì 5 marzo 2020

La quarantena ai tempi del Coronavirus





Donne! Uomini! Gente che è stata costretta dalla chiusura delle scuole a restare a casa per occuparsi della prole!
Teniamo duro!
Oltre a scrivere, io lavoro come decoratrice presso una cereria (dipingo i ceri pasquali), forse non ve l'avevo mai detto.

Con la chiusura della scuole, ieri sono stata costretta a organizzarmi per lavorare da casa e quindi domani andrò a procurarmi il materiale e tutto l'occorrente per poter dipingere nella mia cucina durante la prossima settimana.

Quindi tra un letto rifatto e una pentola con la pasta che bolle, tra un "Mamma, ho sete!" e un "Ora tocca a me stare alla play!", sarò circondata da acrilici e diluenti. I Cristo Risorto e gli Agnello su fondo oro probabilmente verranno anche invocati malamente durante la decorazione.

Quando arriva però, la congiunzione astrale per cui il figlio maggiore ha un libro in mano (evento che si manifesta ogni 75 anni, come il passaggio della cometa di Halley), il medio è in giardino a giocare con un amico (durata di appunto dieci minuti, prima che l'idillio s'interrompa e ognuno torni a casa sua) e il minore dorme ("Giordy, la vuoi un'altra tazza di camomilla e valeriana?"), a quel punto posso rilassarmi e prendere un libro in mano.

In questo periodo sto leggendo un manuale su come sopravvivere... all'adolescenza. Allegria.

Voi però avete un'altra opzione: potete scegliere "Delitto alla sagra del cimballo" o "Una faccenda che non quadra" e farvi due risate.
Sì, perché i miei due romanzi fanno anche ridere, perciò niente di meglio per evitare che la depressione e l'isteria vi/ ci spingano a compiere gesti inconsulti verso noi stessi o i cari bambini.

Una risata ci salverà tutti!


giovedì 9 gennaio 2020

Se avessi un euro per tutte le volte che mi sono persa...

"Mi sono sottoposta alla gastroscopia il 20 novembre... dopotutto è trascorso un mese e mezzo... questa volta ce la posso fare!" Scendo dalla mia macchina, attraverso il parcheggio e mi ritrovo all'entrata dell'ospedale. Mi fermo ancora all'esterno. Fisso la facciata. Eppure quei corridoi sono tutti uguali. Sì, lo so che ci hanno messo quelle strisce colorate a seconda del reparto che cerchi, fa molto Mago di Oz: invece che "Segui la strada dorata", il quadro all'ingresso ti suggerisce: per ginecologia segui il nastro rosso, pediatria giallo, ortopedia blu, ambulatori vari verde, oculista verde chiaro (che già se hai bisogno dell'oculista forse ti è difficile distinguere il verde dal verde chiaro, ma vabbè).

Ripensandoci, dato che è mezzogiorno, potrei fare uno spuntino prima del colloquio con lo specialista. Mi hanno detto a mezzo giorno e mezzo ma si sa come va in questi posti: si sa quando si entra ma non si sa quando si esce. Faccio dietro front e mi dirigo nel panificio sulla strada.

Ok. Sono passati dieci minuti. Fisso nuovamente la facciata dell'ospedale. Stacco un morso senza dignità alla schiacciata appena comprata. E lo so che dovrei essere a dieta, ma è una situazione d'emergenza!
Ok, sono pronta. Varco la porta scorrevole con passo deciso. Subito vedo un gruppetto di anziani che fissa il cartellone con i colori dei reparti. "Eh eh, principianti! Si vede subito che voi brancolate nel buio. Mica come me che mi ricordo benissimo la strada!" No, no, io non ne ho bisogno. Io SO dove devo andare.

Dunque sicuramente è al piano terra perché mi ricordo che ero digiuna, avevo fame e passando davanti al bar ho sospirato rumorosamente (tanto che un signore con la bombola d'ossigeno che mi passava accanto mi ha guardata con malevolenza. Invidioso!). Sorpasso il bar e proseguo sulla destra... corridoi. Corridoi a non finire. Uhm... forse era a sinistra.
Torno indietro e prendo l'altra "strada". Due infermiere mi osservano incuriosite. Potrei chiedere... No! Lo so che mi guarderebbero con aria stufata e mi darebbero indicazioni sbagliate apposta!

Arrivo al reparto "donatori sangue". No. Non è qui. Intanto ho finito la schiacciata, butto la cartaccia in un cestino e entro in un bagno con taaanta non chalance.
Tiro fuori la risposta della gastroscopia e controllo. Gastroenterologia. Ma infatti! Mi pareva! Il reparto è quello giusto. E' la strada che non si trova.
Ma aspetta... forse era al secondo piano! Ma ceeerto!!! Strizzo l'occhio allo specchio. Oddio! Che fine ha fatto il rossetto? Sembro Joker! Meno male che ne ho un alto dietro così mi ritocco subito. Come mi sento famme fatale! Esco con sicumera dal bagno e torno nell'atrio.

Davanti al cartellone, i vecchietti di prima non ci sono più. O si sono persi anche loro o magari hanno già fatto e sono già a pranzo. "Ma io non ho bisogno del cartellone! Io la SO la strada! L'ho fatta nemmeno due mesi fa!"
E salgo al secondo piano. Prima rifinisco in chirurgia d'urgenza e voglio sottolineare come il Lotti di Pontedera sia diversissimo dal Seattle Grace Hospital: nessun chirurgo con la mascella squadrata e la chioma fluente. E poi... vabbè, ve lo dico... sono finita nella cappella accanto alle sale operatorie. Signore, pietà! Non l'Altissimo, voi. Pietà, non indaghiamo oltre.

Sconfitta torno al pian terra, strusciando i piedi sul pavimento e a testa china vado davanti al cartellone. Alzo la testa e guardo la legenda come Maria Antonietta guardò il boia.
"Gastroenterologia. Primo piano, destra e poi sinistra. Ma io ci sono andata già!" Intestardita e convinta nel dimostrare al cartellone che io avevo già percorso i corridoi che mi indicava lui ma invano, procedo a passo di marcia tra i padiglioni. Nemmeno fossi il primario.

Oh, non ci crederete. Aveva ragione il cartellone. Maledetto. Gastroenterologia. Eccola lì.

Ma ora ho capito! Non c'è altra spiegazione: ai corridoi del Lotti, come alle scale di Hogwarts, piace cambiare!